La ricerca della felicità è un obiettivo universale, che tutti cerchiamo di perseguire, ma la realtà ci insegna che nessuno può essere felice ininterrottamente. Le difficoltà fanno parte della vita e, sebbene possano essere dolorose, offrono anche opportunità di crescita, di trasformazione interiore e di cambiamento. Al posto di accanirci nel perseguire uno stato utopico di felicità costante, quello che possiamo fare è imparare a prenderci cura di noi stessi nei momenti di difficoltà, sviluppando strategie di resilienza e attingendo ai fattori protettivi che ci aiutano a superare le crisi.
La felicità non è uno stato permanente
La psicologia ci insegna che la felicità non è uno stato fisso, ma piuttosto una serie di momenti e di esperienze. Nessuno può evitare del tutto il dolore, lo stress o la tristezza, poiché fanno parte della condizione umana; tuttavia, ciò che spetta a noi decidere è il nostro modo di reagire a queste esperienze.
Molti studi dimostrano che l’adattamento è una caratteristica essenziale della mente umana: anche dopo aver vissuto degli eventi traumatici, infatti, le persone tendono a ritrovare un equilibrio emotivo. Questo fenomeno, noto come “adattamento edonico“, suggerisce che, indipendentemente dalle circostanze, possiamo imparare a gestire le nostre emozioni in modo sano ed efficace.
Felicità edonica e felicità eudaimonica: due concetti a confronto
Nel campo della psicologia, la felicità viene spesso distinta in due categorie principali: la felicità edonica e la felicità eudaimonica.
La felicità edonica è legata al piacere immediato e alla riduzione del dolore. Si concentra sulla ricerca di esperienze piacevoli e gratificanti, come il cibo, il divertimento o il successo personale. Questo tipo di felicità è spesso effimero, poiché dipende da stimoli esterni e tende a svanire una volta che il piacere termina.
La felicità eudaimonica, invece, si basa sulla realizzazione personale, sullo sviluppo delle proprie potenzialità e sul perseguimento di uno scopo significativo nella vita. Questo tipo di benessere deriva da esperienze che, sebbene non sempre piacevoli nel breve termine, contribuiscono alla crescita interiore e alla soddisfazione profonda. Affrontare una sfida, imparare qualcosa di nuovo o aiutare gli altri sono tutti esempi di possibili fonti di felicità eudaimonica.
Nell’ottica del benessere complessivo, entrambe le forme di felicità sono importanti, ma, mentre la felicità edonica offre piaceri momentanei, la felicità eudaimonica favorisce un senso di appagamento più duraturo e resiliente, particolarmente utile nei momenti di difficoltà.
Prendersi cura di sé nei momenti difficili
Nel mio lavoro, quando una persona mi sta descrivendo un momento difficile, spesso domando: “Che cosa ti sei detto, che cosa hai fatto per te mentre affrontavi questa difficoltà?” e quello che emerge, nella maggior parte dei casi, è un dialogo interiore molto duro e critico, che non fa altro che rendere ancora più complessa e pesante la situazione che la persona sta vivendo.
Affrontare le difficoltà in modo consapevole e con gentilezza verso se stessi è fondamentale per mantenere un buon equilibrio psicologico e per riuscire a trovare delle soluzioni al problema che risultino efficaci. Vediamo ora insieme alcune strategie pratiche per prendersi cura di sé quando ci troviamo a dover affrontare un momento particolarmente difficile:
- Accogliere e accettare le emozioni
È naturale sentirsi tristi, arrabbiati o spaventati nei momenti di difficoltà. Al posto di reprimere queste emozioni, è importante riconoscerle e accettarle senza giudizio: tutte le emozioni che proviamo, infatti, sono preziose, perché ci forniscono informazioni importanti riguardo a ciò che stiamo vivendo e a ciò di cui abbiamo bisogno. Dare un nome a quello che proviamo e accoglierlo senza sentirsi sopraffatti è un’abilità fondamentale per il benessere, che, se non posseduta, può essere appresa. - Mantenere una routine
Nei periodi di difficoltà, quando ci si sente sopraffatti dalla fatica e dalla pesantezza, avere una giornata strutturata può offrire un senso di stabilità e di controllo. Anche semplici attività come fare la spesa, cucinare, portate fuori il cane o sistemare la casa creano una routine che aiuta ad attraversare le giornate più nere e ad avere un po’ di sollievo. - Coltivare la gratitudine
Nei momenti difficili, cercare attivamente e riconoscere le piccole sfumature positive della vita può aiutare a cambiare prospettiva. Osservare i colori di un tramonto, accarezzare il pelo morbido di un gatto, il sorriso di una persona che incontriamo per strada o il profumo di una torta che cuoce in forno, sono esempi di piccoli e importanti aspetti positivi, a cui spesso non diamo la giusta attenzione. Tenere un diario della gratitudine o semplicemente riflettere su ciò che si apprezza può avere notevoli effetti benefici sullo stato d’animo. - Chiedere supporto
Nessuno deve affrontare le difficoltà da solo. Parlare della crisi che si sta attraversando con amici, familiari, o rivolgersi a un professionista, può non solo offrire conforto, ma anche aiutare a trovare una prospettiva diversa sulla situazione. - Dedicarsi ad attività che danno piacere
Nei periodi difficili della vita è grande il bisogno di dedicarsi ad attività piacevoli, le quali rappresentano una sorta di coccola che dà conforto. Ascoltare musica, praticare un hobby o uno sport, passeggiare, leggere un libro, andare a una mostra sono solo alcuni esempi di modi efficaci per alleggerire il carico emotivo.
I fattori protettivi nei momenti difficili
I fattori protettivi sono tutti quegli elementi che ci aiutano a far fronte allo stress e alle difficoltà, favorendo il recupero e promuovendo il benessere mentale. Sono frutto della pratica e, seppur in misura soggettiva, possono essere acquisiti e potenziati. Nei momenti di difficoltà alcuni dei più importanti fattori protettivi sono:
- La resilienza
La resilienza è la capacità di affrontare e superare le difficoltà, traendo insegnamenti dalle esperienze negative. Coltivare un atteggiamento flessibile e ottimista può aiutare a sviluppare questa abilità. - Il supporto sociale
Avere relazioni positive e solide con amici, familiari o gruppi di supporto è essenziale per il benessere psicologico. Sentirsi ascoltati e compresi può, infatti, ridurre il senso di solitudine e aumentare la capacità di affrontare le avversità. - L’autostima e l’autoefficacia
Credere nelle proprie capacità e nel proprio valore aiuta a fronteggiare le sfide con maggiore sicurezza. Lavorare sulla propria autostima, per esempio attraverso l’autocompassione, può rendere i momenti difficili meno destabilizzanti. - Le abitudini di vita sane
Una buona alimentazione, il sonno regolare e l’attività fisica influenzano il nostro benessere mentale. Prendersi cura del proprio corpo contribuisce a mantenere stabile anche la mente. - Possedere uno scopo
Avere un obiettivo da perseguire nella propria vita può offrire una direzione e una motivazione per andare avanti, anche nei momenti più bui. Durante i periodi di crisi possedere uno scopo, fa sì che quest’ultimo si trasformi in una sorta di meta da raggiungere per ristabilire, almeno in parte, l’equilibrio perduto e ottenere un po’ di soddisfazione, la quale andrà a mitigare la fatica e la tensione che proviamo.
Conclusione
Essere sempre felici è un’illusione, ma ciò non significa che dobbiamo lasciarci sopraffare dalle difficoltà. Imparare a prenderci cura di noi stessi e sviluppare strategie di resilienza ci permette di affrontare i momenti difficili con maggiore equilibrio e serenità. Attraverso il supporto sociale, la consapevolezza delle nostre emozioni e abitudini di vita sane, possiamo trasformare anche le esperienze dolorose in occasioni di crescita e di cambiamento.
Dott.ssa Ilenia Merlin – Psicologa e psicoterapeuta
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