Ti senti inquieto, ti dirigi in cucina e cominci ad aprire la porta del frigorifero e le ante della dispensa per vedere cosa c’è al loro interno. Non hai realmente fame, perché hai pranzato o cenato da poco e il tuo stomaco non brontola, eppure in quel momento mangiare ti sembra l’unica risposta possibile, quindi cominci ad addentare la fetta di torta avanzata il giorno prima o a magiare uno dopo l’altro tutti i pezzettini di quella tavoletta di cioccolata che a te piace molto. Probabilmente, quando avrai finito, ti sentirai anche in colpa per quello che hai mangiato.

Nell’esempio appena descritto il desiderio di cibo non è legato a un reale senso di fame, ma a un improvviso bisogno di mettere qualcosa in bocca per placare uno stato emotivo, come l’ansia, la noia, la paura, la tristezza: in questi casi si parla di fame nervosa, detta anche fame emotiva.

Motivazioni alla base della fame nervosa

Le reali motivazioni che si nascondono dietro alla fame nervosa costituiscono la risposta alla domanda “Perché mangio anche se non sono fisicamente affamato?”. Ecco alcune delle principali spiegazioni:

  • “Mangio perché voglio dimenticare il mio passato difficile”: spesso, quando i bisogni primari di accudimento e di amore incondizionato non vengono soddisfatti durante l’infanzia, la persona crescendo comincia a sentire dentro di sé un profondo senso di vuoto, che ha bisogno di riempire con qualcosa come, ad esempio, il cibo. Se questi vuoti emotivi non vengono elaborati, il benessere e l’equilibrio psicofisico della persona vengono messi a dura prova.
  • “Mangio perché il cibo è l’unica aspetto piacevole della mia vita”: una vita priva di piacere, in cui regna sovrano il dovere, porta a vivere una situazione di stress perenne. Se una persona non stacca mai la spina per ricaricarsi con delle attività rilassanti e piacevoli o non si ritaglia mai uno spazio di tempo, durante il quale poter fare qualcosa che le dia soddisfazione, il rischio che corre è quello di logorarsi sia fisicamente che mentalmente.
  • “Mangio per ribellarmi e affermare la mia indipendenza”: questo è il tipico caso della persona che non riesce ad allontanarsi da una situazione fonte di disagio e che, per questo motivo, si sente costretta a vivere in disaccordo con quello che è il suo reale desiderio. In questo caso il cibo viene utilizzato come una valvola di sfogo, che simboleggia l’unica forma di libertà che la persona sente di avere.
  • “Mangio perché mi sento solo e non ho nessuno che mi voglia bene”: qui il cibo viene utilizzato come sostituto di relazioni affettive gratificanti. La persona mangia per non sentire la mancanza di rapporti interpersonali, in cui fare l’esperienza di sentirsi ascoltata, capita e accettata.
  • “Mangio perché sono un perdente, oppure perché sono pigro e grasso”: le persone che hanno questa immagine di sé, solitamente assumono un atteggiamento passivo nei confronti della vita: tenderanno quindi a mangiare per confermare questa loro visione di sé e a non fare nulla per cercare di cambiarla, giustificandosi con frasi come: “Tanto non posso farci niente, sono nato così”.

La forza della fame nervosa risiede nel circolo vizioso che si viene a creare tra la condizione iniziale di disagio e il cibo. Infatti, se sei alla ricerca di cibo per un nutrimento emotivo, in un primo momento l’azione di mangiare ti dà effettivamente un po’ di sollievo; il problema è che in seguito, una volta finito di addentare l’ultima fetta di torta avanzata, ti troverai esattamente nella stessa situazione iniziale: il cibo non può rimediare alla tua paura, alla tua tristezza o alla tua ansia.

Se la fame nevosa diventa incontrollabile, comincia a influire negativamente sulla tua vita o a diventare fonte di sofferenza, è importante che tu ti prenda cura di questo aspetto rivolgendoti a uno psicologo, che ti aiuterà a comprendere la vera natura di questa fame, in modo che tu possa elaborare il tuo vissuto e imparare a trovare una valida alternativa al cibo per placare il disagio che provi.

Per qualsiasi informazione o se ti sei riconosciuto in questo articolo e desideri cambiare, non esitare a contattarmi!

Dott.ssa Ilenia Merlin – Psicologa e psicoterapeuta