Svolgere un compito in modo preciso e meticoloso può essere una buona strategia per raggiungere i propri obiettivi nella vita. Una piccola dose di perfezionismo, infatti, aiuta a crescere e a migliorarsi nelle attività alle quali ci dedichiamo. Tuttavia, quando questa motivazione a fare bene le cose sfugge dal controllo, l’eccessiva scrupolosità, al posto di incrementare la prestazione, rischia di danneggiarla. In questi casi si parla di perfezionismo patologico, una condizione caratterizzata dalla costante ricerca di ottenere o raggiungere dei risultati ottimali, che compromette il benessere della persona in vari modi:
- Impedendole di lavorare e di vivere efficacemente;
- Diventando fonte di stati d’ansia eccessivi o di sentimenti di nullità, paura e vergogna;
- Influendo negativamente le sue relazioni sociali, affettive o lavorative.
Il perfezionismo e i suoi svantaggi
L’incessante corsa verso la perfezione presenta numerosi aspetti negativi. Innanzitutto, l’assidua ricerca della perfezione tende ad accompagnarsi a una bassa autostima. I perfezionisti, infatti, hanno una sorta voce interna molto critica, che ricorda loro di continuo come tutto quello che fanno non sia mai abbastanza o non vada mai bene. L’impossibilità di raggiungere i loro standard personali irragionevoli e troppo elevati diventa una fonte di stress, che alimenta il loro senso di inadeguatezza e di fallimento. Per i perfezionisti non esistono vie di mezzo: tutto quello che fanno o è perfetto o è un disastro; loro stessi o sono i migliori oppure sono dei perdenti. Se all’ansia, allo stress e alla sensazione di inferiorità si risponde con un ulteriore ricerca di perfezionismo, si innesca un circolo vizioso, nel quale ci si sente continuamente sotto pressione, inefficaci, angosciati dallo scorrere del tempo e dall’impossibilità di portare a termine quello che si dovrebbe fare. Come risultato di tutto ciò, il perfezionista patologico non si sente mai appagato e non riesce mai a godere appieno del lavoro svolto o del risultato ottenuto.
Come riconoscere un perfezionista patologico
Dato che il confine tra un naturale desiderio di migliorarsi e il perfezionismo patologico è costituito da una linea non sempre facile da individuare, ora ti descriverò una serie di comportamenti, che sono tipici del perfezionista patologico:
- Evita di cimentarsi in qualcosa di nuovo a meno che non sia sicuro di poterlo fare perfettamente, perché svolgere un compito in modo non preciso è per lui fonte di grande disagio.
- Corregge spesso le altre persone ed evita di delegare loro dei compiti, perché è convinto che gli altri individui non rispettino i suoi criteri.
- Si sente infastidito quando non riceve abbastanza complimenti o quando i complimenti non vengono fatti come lui si aspetta. Se, ad esempio, qualcuno dice: “Mi sembra tu abbia fatto un buon lavoro”, il perfezionista patologico comincia a domandarsi per quale motivo il suo lavoro non sia stato definito ottimo.
- È nervoso quando non riesce a portare a termine un incarico, perché per lui significa non essere stato abbastanza bravo e non essersi impegnato a sufficienza.
- Segue alla lettere tutte le istruzioni, poiché vuole essere sicuro di svolgere il compito in modo preciso.
- Trova difficile prendere delle decisioni, soprattutto se hanno a che fare con delle questioni importanti e lui non si senta abbastanza competente in materia. In questo caso, preferisce delegare la scelta a qualcun altro, in modo da non avere alcuna responsabilità.
Conosci qualcuno che si comporta in questo modo? Ti sei riconosciuto in questa descrizione? Se ritieni di avere un problema con il perfezionismo, uno psicologo-psicoterapeuta può aiutarti ad affrontarlo.