Le emozioni rivestono un ruolo di grande importanza per la sopravvivenza e per il benessere della persona. Oggi voglio soffermarmi su un’emozione in particolare, che spesso, erroneamente, viene etichettata come negativa: la tristezza. Viviamo in una società in cui la fragilità, la sofferenza e il dolore vengono visti come un qualcosa di sbagliato, da cui è meglio tenersi alla larga; le emozioni considerate positive vengono esaltate e questo non fa altro che accrescere la sofferenza delle persone, che si trovano a dover fare i conti con un ideale di felicità irraggiungibile, fonte di frustrazione e di disagio.
Le emozioni, tutte le emozioni, e quindi anche la tristezza, non sono né buone né cattive, né positive né negative, ma sono utili. Esse rappresentano una componente essenziale della vita di ognuno di noi e, come tali, vanno accettate.
Essere tristi non significa essere depressi
La tristezza e la depressione sono due concetti ben distinti, che spesso però vengono confusi, causando delle interpretazioni scorrette.
La principale differenza tra la tristezza e la depressione consiste nel fatto che la prima è un’emozione, mentre la seconda è un disturbo psicologico, caratterizzato da una particolare disposizione affettiva e mentale.
Le emozioni si distinguono dagli stati affettivi perché sono direttamente riconducibili a un evento, che ne è la causa. L’evento da cui trae origine la tristezza può essere sia interno (quando, ad esempio, ripensi a un episodio che per te è stato spiacevole) sia esterno (quando, per esempio, perdi una persona cara).
A differenza della tristezza, la depressione è uno stato affettivo di fondo che per chi lo vive non può essere ricondotto a un particolare episodio: la persona depressa non riesce a collegare il modo in cui si sente a un qualcosa che è effettivamente accaduto, semplicemente si sente così.
La tristezza, inoltre, è un’emozione passeggera, che ha una durata limitata; la depressione, invece, ha una natura molto più persistente.
A che cosa serve la tristezza?
Sicuramente sarà capitato anche a te di sentirti triste. Le situazioni in cui si prova questo tipo di emozione sono numerose; alcuni esempi possono essere: la morte di una persona cara, la fine una relazione o di un’amicizia, il lasciare un lavoro svolto per tanti anni, il mancato raggiungimento di un obiettivo o il trasferimento in una nuova città. Tutte queste situazioni, nonostante la loro diversità, presentano un elemento in comune: la perdita.
La tristezza, infatti, è l’emozione che proviamo ogni volta che ci troviamo a vivere una perdita. Darsi il permesso di stare con la tristezza è un’esperienza davvero preziosa, che consente alla persona di elaborare la sofferenza che sta vivendo. Esprimere la tristezza, inoltre, è un modo per comunicare agli altri il nostro dolore, che ci offre la possibilità di ottenere l’aiuto e il sostegno di cui abbiamo bisogno nel difficile momento che stiamo attraversando. La tristezza serve quindi per dare il giusto spazio al dolore, in modo che la persona pian piano possa superarlo e ritrovare la voglia di rimettersi in gioco.