Alcune persone apparentemente non si arrabbiano mai: se qualcuno le insulta o mette in atto dei comportamenti ingiusti nei loro confronti, ostentano calma, quasi non fosse successo nulla e, magari, cercano anche delle scuse o delle spiegazioni per giustificare la mancanza di rispetto ricevuta.

Altre persone, invece, perdono le staffe per nulla, mostrano delle reazioni eccessive di rabbia per avvenimenti in apparenza banali e non sanno nemmeno loro perché lo fanno.

Che cosa hanno in comune queste due diverse modalità di comportamento? Ecco la risposta: in entrambi i casi ci potrebbe essere un problema di rabbia repressa.

Che cos’è la rabbia repressa?

In psicologia si parla di rabbia repressa in tutte quelle situazioni in cui l’emozione della rabbia non trova la sua corretta ed efficace espressione, ma viene comunque accumulata dentro di sé da chi la sperimenta. Si tratta di una forma di rabbia che rimane nascosta in profondità, tant’è che spesso la persona è inconsapevole di provarla. La sua dinamica ricorda il funzionamento di una pentola a pressione: l’individuo che la sperimenta, infatti, accumula dentro di sé la rabbia fino ad arrivare al punto di sentirsi esplodere.

Si tratta di una forma di rabbia tendenzialmente pericolosa sia per chi la prova, dato che può portare a reazioni inaspettate come ansia, attacchi di panico e depressione, sia per coloro che stanno intorno a questa persona, in quanto può sfociare in scatti di ira incontrollata.

I 5 campanelli d’allarme della rabbia repressa

Forse ti starai chiedendo come puoi riconoscere se c’è della rabbia repressa dentro di te o se magari conosci qualcuno con questa problematica. Ora ti descriverò i 5 segnali più comuni che possono indicare la presenza di rabbia repressa in una persona:

  1. Eccessiva passività: si tratta di quelle persone che fanno di tutto per evitare il confronto o la discussione con gli altri e che, proprio per questo motivo, non esprimono la loro rabbia. Non si prendono cura dei loro bisogni e delle loro emozioni, ma spesso si fanno carico dei problemi degli altri. Queste persone presentano una scarsa autostima e si dimostrano sempre molto disponibili, come dimostrato dalla loro difficoltà a dire no alle richieste che vengono loro avanzate. Alcuni esempi di loro frasi tipiche potrebbero essere: “Io non mi arrabbio mai”, “La rabbia non è un’emozione che mi appartiene” oppure “Con la rabbia non si risolve niente”.
  2. Facile irritabilità: queste persone si irritano in modo eccessivo per delle cose di poca importanza, come, ad esempio, la carta finita della stampante, un indumento lasciato fuori posto, il collega che involontariamente sbatte contro la loro scrivania e fa cadere un fascicolo. Si tratta di piccole situazioni che vengono usate come pretesto per sfogare, in modo inconsapevole, un po’ della rabbia repressa che la persona porta dentro di sé.
  3. Presenza di depressione, ansia o attacchi di panico: nel mio lavoro mi capita di essere contattata da persone che presentano sintomi ansiosi o depressivi, di cui però non riescono a individuare l’origine, perché apparentemente sembrano inspiegabili. La causa di questi disturbi a volte risiede proprio nella difficoltà di queste persone a esprimere in modo libero ed efficace le loro emozioni, che per questo motivo vengono accumulate e trovano poi sfogo attraverso episodi ansiosi o depressivi.
  4. Presenza di un comportamento compulsivo o di dipendenza: abusare di alcool o di droga, lavorare fino allo sfinimento, abbuffarsi di cibo, praticare sport in modo eccessivo, sono alcuni esempi di comportamenti che le persone possono utilizzare per tenersi occupate e per evitare, quindi, di entrare in contatto con emozioni spiacevoli, come la rabbia, dalle quali magari si sentono anche spaventate.
  5. Presenza di disturbi fisici: la rabbia repressa spesso trova sfogo a livello fisico. Non è raro, infatti, che le persone che portano dentro di sé molta rabbia repressa riferiscano una forte tensione muscolare, accompagnata da dolori alla schiena e al collo, o si lamentino di difficoltà di digestione, mal di stomaco, ulcere, gastriti, problemi gastrointestinali e difficoltà legate al sonno.

Avere della rabbia repressa dentro di sé porta inevitabilmente a non stare bene con se stessi e ad avere difficoltà nello stare in relazione con gli altri. Per ritrovare il proprio equilibrio è necessario prendere consapevolezza di questa emozione, affrontarla e imparare a esprimerla in modo funzionale. In questi casi è utile intraprendere un percorso di psicoterapia, perché il lavoro con il terapeuta permette di elaborare la rabbia in modo costruttivo, all’interno di un contesto di protezione e di supporto.

Dott.ssa Ilenia Merlin – Psicologa e psicoterapeuta

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