Quando arrivano da me per il primo colloquio, spesso le persone sono preoccupate e tese, perché non sanno cosa aspettarsi. Molti si chiedono: “Che cosa devo dire?”, “Chissà come mi giudicherà per quello che racconto…”, “Riuscirà ad aiutarmi veramente? Forse non ho davvero bisogno di uno psicologo…”. In queste righe mi piacerebbe darti un’idea di come lavora uno psicologo, così saprai cosa aspettarti nel tuo primo incontro.
Perché ti rivolgi a uno psicologo?
Innanzitutto, è importante che tu sappia che non ci sono delle motivazioni giuste o sbagliate per rivolgersi a uno psicologo. I motivi possono essere i più svariati, te ne elenco solo alcuni in cui, magari, ti puoi riconoscere:
- sai che cosa vuoi, ma fai fatica a raggiungere i tuoi obiettivi e alla fine rinunci;
- non riesci a scegliere, metti in discussione tutte le tue decisioni;
- fai fatica a comprendere o a gestire le tue emozioni (rabbia, paura, tristezza);
- sei in un periodo di stallo e non riesci a uscirne;
- ti trovi in difficoltà nella tua relazione di coppia o con tuo figlio;
- ti senti sopraffatto/a dalle richieste degli altri e non riesci mai a dire di no;
- la relazione con una persona del passato o del presente è per te fonte di sofferenza;
- hai voglia di conoscerti meglio e di capire come orientare le tue scelte.
Cosa succede durante il primo incontro con lo psicologo?
Durante il primo incontro lo psicologo cercherà di comprendere qual è il motivo che ti ha spinto a contattarlo. Alcune persone arrivano da me con un’idea ben chiara di quale sia il loro problema e quali obiettivi vogliono raggiungere; altre persone hanno una sensazione di malessere generale, a cui però non sanno attribuire un nome o una causa. In questo secondo caso, il mio compito come psicologa è quello di aiutare le persone a fare chiarezza e a mettere ordine alla confusione che sentono dentro di loro.
Durante questa prima fase, è possibile che ti vengano poste delle domande riguardo a degli aspetti della tua vita che non ti senti pronto ad affrontare: non è necessario rispondere a tutti i costi. In ogni momento, infatti, puoi scegliere ciò di cui vuoi parlare e quando parlarne: è un tuo diritto. Per avere un quadro più completo e per comprendere come lavorare al meglio, è possibile che lo psicologo proponga dei questionari o dei test, anche se questo solitamente non avviene durante il primo colloquio. Una volta raccolte le informazioni e compresa la natura della difficoltà, sarà lo psicologo stesso a comunicarti se è in grado di aiutarti, e quindi potrete cominciare a lavorare insieme, o se, per la tua richiesta, è meglio che tu ti rivolga a un collega o a un altro professionista.
Ma cosa succede se mi sento in imbarazzo durante l’incontro?
Se provi ansia o ti senti in imbarazzo all’idea di parlare con uno psicologo, perché pensi che ti possa giudicare per quello che racconti, è importante che tu sappia che si tratta di un timore infondato. Per svolgere il suo lavoro, infatti, lo psicologo ha bisogno che la persona si senta libera di raccontarsi, senza essere sottoposta a giudizi. E’ proprio per questo motivo che, fin dal primo colloquio, lo psicologo si impegna a creare un clima accogliente, rispettoso e non giudicante che possa mettere a proprio agio la persona. Un po’ di imbarazzo all’inizio può essere normale, ma vedrai che man mano che riuscirai ad aprirti, passerà sia l’imbarazzo sia la paura di essere giudicato.
Queste sono alcune informazioni molto importanti per farti un’idea di cosa puoi aspettarti durante il primo incontro con uno psicologo, e per poterlo affrontare più serenamente. Se hai altri dubbi, o delle domande specifiche, non esitare a scrivermi privatamente, utilizzando il modulo di contatto del mio sito web.